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Esistono gli zombie? La scienza dice sì, ma non come li immaginiamo

Per quanto possa sembrare strano, alcuni aspetti della figura dello zombie possono trovare fondamento nella scienza

Esistono gli zombie? La scienza dice sì, ma non come li immaginiamo

Credits: Getty Images

30 Ottobre 2023

Redazione 105

Gli zombie sono ormai un elemento consolidato della cultura popolare: presenti in film, serie televisive, fumetti, videogiochi e altro ancora. Per quanto possa sembra strano, esiste un fondamento scientifico per alcuni aspetti della figura dello zombie. A cominciare dalla ridefinizione del concetto di zombie, ovvero che non è necessario che si tratti di un morto che torna in vita, ma è sufficiente che la persona sia infettata da un virus o da un batterio che alteri il suo comportamento spingendolo ad attaccare e divorare altri esseri umani.

Un esempio di questo tipo di infezione è la rabbia, che può causare una forte aggressività e un desiderio di sangue. La trasmissione di questa malattia avviene attraverso un morso o una ferita aperta e il virus si diffonde attraverso il sistema nervoso centrale.

In altri casi, l'infezione potrebbe colpire direttamente il cervello, causando danni alle aree responsabili del controllo del comportamento, come ad esempio del Creutzfeldt-Jakob: Questa, infatti, è una malattia neurodegenerativa che può causare cambiamenti comportamentali, come aggressività e perdita di memoria.

Un'altra possibilità è che l'infezione colpisca il nervo olfattivo che collega il naso al cervello. Questo nervo è responsabile della percezione degli odori, ma è anche collegato a diverse aree del cervello, tra cui l'ipotalamo, l'amigdala e la corteccia frontale.

Se un virus o un batterio riuscisse a infettare il nervo olfattivo, potrebbe causare cambiamenti comportamentali simili a quelli di uno zombie, portando così le persone infette a diventare estremamente aggressive e avere un forte desiderio di carne umana.

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